STORIA SEZIONE DI GEMONA

 

Era il 10 novembre 1926 quando alcuni giovani di Gemona (tra cui il sig. Guerrino Crapriz, i giovani fratelli Fabris, Cesare della Marina, Giuseppe Pittini) parlando di alpinismo, con l’aiuto del Cap. Umberto Tinivella, già socio del CAI dal 1908, decisero di costituirsi in ente alpinistico e formare una sezione del Club Alpino Italiano. Raccolsero le firme dei soci promotori e chiesero alla sede centrale l’approvazione a costituire la sezione di Gemona. Il segretario generale del CAI di allora, sig. Balestrieri, il 15 gennaio 1927 scriveva: “Ho l’onore di comunicarvi che il comitato di presidenza della sede centrale nella seduta del 13 gennaio corr. mese ha approvato la costituzione di codesta sezione”.

In questa stessa sala consigliare, il giorno 6 febbraio dello stesso anno si teneva la prima assemblea dei 202 soci iscritti. Qualche mese dopo, sul colle del castello, veniva inaugurato il gagliardetto della sezione.

Così ottanta anni fa sorgeva il nostro sodalizio alpino! Questa è la testimonianza storica scritta sul primo libro di Atti e Memorie della sezione di Gemona del Friuli. L’attività sezionale iniziò con escursioni singole e di gruppo, incominciando a fornire la sede sociale di guide e di attrezzatura alpinistica. Dal 1930 al 1935 alcuni soci fecero parte del Comitato Scientifico Nazionale per la misurazione dei ghiacciai, meritando per il lavoro svolto l’encomio della sede centrale. Durante il periodo bellico, la sezione mantenne un numero importante di soci, meritandosi ancora un riconoscimento.
Nello stesso periodo, agli atti troviamo il verbale della “1° assemblea di guerra”. Vengono lì ricordati con sincero rimpianto la figura della medaglia d’oro Ten. Col. Umberto Tinivella caduto in Grecia, e la scomparsa del dott. Della Bianca, presidente della sezione dalla fondazione. Dopo aver nominato il dott. Ermanno Simonetti presidente della sezione, l’assemblea si concluse con l’auspicio che al ritorno della normalità venisse ripresa l’attività alpinistica, e che l’attività sezionale prosperasse nuovamente.

A guerra finita, il 3 ottobre 1946 nella sede sociale di Via S. Giovanni, l’assemblea dei soci elesse Elio Pischiutti presidente della sezione, Bruno della Marina Vice Presidente e Carlo Pittini segretario, unitamente ad altri sette consiglieri. Per iniziativa di quel consiglio iniziò un periodo caratterizzato da un’intensa attività escursionistica, alpinistica e ciciistica. C’era il desiderio di vivere momenti spensierati con lo spirito di alpinistica cordialità, e la necessità di dimenticare una guerra cattiva riprendendo la via dei monti, uniti in una attività seria e comune.

Una delle prime iniziative fu la costruzione del rifugio sul M. Cuarnan, realizzato dai soci della sezione fra il 1946 e il 1947, guidati dall’indimenticato presidente Elio Pischiutti.

Nel 1947 ad Osoppo, Domenico Fabris radunava i vecchi soci della sezione Osoppana della S.A.F. e con l’entusiasmo di nuovi aderenti formava la sottosezione di Osoppo (che quest’anno celebra il sessantesimo di fondazione). La stretta amicizia che legava Elio e Domenico assicurò un’armonia di intenti tra sezione e sottosezione, portò a concretizzare impegni e attività sempre maggiori: gite estive e invernali, più di quattordici edizioni del corso di sci, diverse serate e incontri con alpinisti famosi.

Verso la fine degli anni quaranta diversi soci collaborarono con l’stituto Idrobiologico di Pallanza per la raccolta di microrganismi dei laghi alpini situati oltre i 1200 m con risultati lusinghieri. Anche per quest’attività la sezione ricevette un particolare elogio.

Nel 1970 anche a Buja si sentì la necessità di unirsi e organizzarsi alpinisticamente. Angelo Guerra, Marino Piemonte, Sergio Burigotto, Romano Minisini e Romano Guerra furono i soci promotori di quella sottosezione. Nel frattempo, un fortissimo alpinista bujese, Angelo Ursella, perì nel tentativo di scalare la terribile parete nord dell’Eiger e alla sua memoria venne dedicata la sottosezione nel 1971. Sempre nel 1970, aderendo ai principi del Club Alpino Italiano, a Gemona nasce la Protezione della natura alpina, organo designato al controllo, difesa e tutela dell’ambiente.

Proprio perché il C.A.I. significa anche “studio, conoscenza e frequentazione della montagna”, nel 1974 ci fu la pubblicazione della raccolta dei “Nomi dei monti locali del gemonese” e si provvide altresì a riorganizzare la biblioteca. Fino al mese di maggio del 1976 la sede era collocata in una stanza al piano terra di Palazzo Simonetti, concessa gratuitamente con grande senso di signorilità dalla famiglia proprietaria dello stabile. Nella terribile notte del 6 maggio tutto sembrava perduto: la terra tremò e fece del nostro paese e di buona parte del Friuli un mucchio di macerie, privandoci di tanti affetti (monti compresi) anche tra i più cari, disseminando lutti e distruzioni.

Nei difficili momenti che seguirono, la solidarietà di tutte le sezioni del CAI e del Soccorso Alpino fu pronta e concreta, la presenza tempestiva di tanti amici alpinisti (e qui cito le sezioni di Ala, Livorno, Desio, Bergamo, Moltrasio, Gazzaniga, Gozzano, Val Zoldana, Uget Torino, Udine, Gorizia, C.N.S.A. stazione di Udine) ci aiutò enormemente. La sezione di Gorizia in modo particolare, pagando la quota annuale per l’anno 1976, permise la continuità e impedì un disfacimento della sezione. Inoltre la loro generosità permise anche di organizzare e di celebrare in maniera decorosa il 50° anniversario di fondazione.

Agli inizi degli anni ottanta nasce la pubblicazione trimestrale della sezione “il Cuardin”, un periodico di notizie, opinioni, informazioni, relazioni e altro che riguarda la vita sezionale, la montagna e l’alpinismo in generale, tuttora strumento indispensabile, dispensatore di notizie, avvisi, novità, ecc.

Nel periodo 1981-1984 la sezione fu impegnata nella progettazione e realizzazione del percorso dell’Alta Via CAI Gemona, un impegno che richiese e domanda tutt’ora la costante presenza di uomini; prima per la sua realizzazione, ora per la sua cura. E’ un percorso molto bello, aereo e gratificante che si sviluppa lungo le creste erbose e rocciose della catena M. Cjampon – Cuel di Lanis, luoghi quanto mai affascinanti e di straordinaria bellezza alpestre.

Nell’anno 1985, ci fu una spedizione sul Pamir Indiano composta interamente da soci della sezione.

Nell’anno 1989, con importante azione della sottosezione di Buja, prende avvio la bella realtà dell’alpinismo giovanile. Gli scopi e gli intenti sono lodevoli: avvicinare i giovani ai monti, istruendoli e preparandoli con la giusta formazione a diventare in un futuro non molto lontano le nuove leve che rinnoveranno il tessuto sociale con la loro frizzante esuberanza e la loro fresca giovinezza.

All’inizio del nuovo millennio, nel 2002 viene pubblicata la monografia “Alta via CAI Gemona”, un opuscolo contenente immagini fotografiche, note storiche, tecniche, botaniche faunistiche e geologiche sul percorso che simboleggia la nostra sezione.

Queste le principali tappe che hanno accompagnato la ottantennale storia della sezione, oltre alle varie attività ordinarie seguite da apposite commissioni (cultura, manutenzione sentieri, TAM, alpinismo giovanile e gite). Grazie al lavoro svolto da quest’ultima in particolare è stato possibile far raggiungere ai soci molte cime delle Alpi Occidentali, anche oltre i 4000m, delle Alpi Centrali, delle Dolomiti, delle Alpi Carniche e Giulie e dei vicini Tauri.

Una breve carrellata di questa attività avremo modo di osservarla fra breve sui pannelli della mostra fotografica allestita presso la galleria d’arte “La Babele”, dove foto d’epoca, legate al carismatico presidente Elio Pischiutti, e immagini recenti rievocano il nostro passato.

Cari soci, signore e signori, ottanta anni sono trascorsi sotto i monti Cjampon e Cuarnan, monti che hanno da sempre rappresentato una importante risorsa per l’economia della comunità gemonese, monti che ci rappresentano perché è forte la nostra tradizione montanara. Anche il logo creato per l’ottantesimo intende sottolineare il legame fra il nostro sodalizio con i due monti, i cui profili stilizzati sono raffigurati sotto un arco con i colori della nostra città che racchiude le date dell’avvenimento che oggi celebriamo.
Celebrare il passato è necessario per dare significato al presente: ottanta anni di vita costituiscono una storia e rappresentano la volontà di uomini e donne, che accomunati dallo stesso amore per la montagna, hanno lavorato con passione credendo fino in fondo ai loro ideali per tratteggiare qualcosa di positivo per loro e soprattutto per le generazioni future.
Voglio essere grato a tutti voi che avete onorato con la vostra presenza questo importante anniversario, alle autorità, ai componenti della delegazione CAI F.V.G., ai consiglieri Nazionali, al Presidente della Comunità Montana del Gemonese, Canal del Ferro e Valcanale, al Comune di Gemona per averci patrocinato e aver concesso la sala consiliare.
Infine un grazie ai soci componenti la commissione cultura: (Massimo Copetti, Luciano Boezio, Daniele Giacomini, Carla Barnaba, Ivo Del Negro) per aver ideato e organizzato l’evento, e a tutti i soci che si sono adoperati e si adopereranno per la riuscita di questa manifestazione. Questa, cari soci, è la storia della nostra sezione da ottanta anni.

Ora 560 associati, una bella sede, una attività importante, con le capacità, la voglia e le aspirazioni che ci distinguono nel rispetto dei principi fondamentali del Club Alpino Italiano, faranno della Sezione di Gemona una sezione moderna, dinamica, vivace e proiettata in avanti.

tratto dal discorso del 4 Agosto 2007, dell'allora Presidente: Duilio Rodaro

 


C.A.I. - Club Alpino Italiano


Sezione di Gemona

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