STORIA SOTTOSEZIONE C.A.I. OSOPPO

 

Ottobre 1925...

“Osoppo col suo “campo” segna la separazione fra le Prealpi Carniche e le Prealpi Giulie, e con la sua storica rupe custodisce le porte per le quali, attraverso la Carnia ed il Canal del Ferro, dai paesi transalpini si scende alla pianura Friulana; essa deve pertanto alla sua posizione geografica la grande importanza militare e storica che ebbe in ogni tempo. Ma i monti che sorgono ai suoi fianchi e quelli verso cui conducono le vie che essa domina, costituiscono per Osoppo una corona rocciosa che tutti i suoi cittadini dovrebbero ammirare e cercare di conoscere sempre meglio.

L'alpinismo è stato promosso e continua a trovare alimento soprattutto da parte dei pianigiani; i montanari sentono piuttosto l'attrazione contraria, quella cioè delle campagne ampie e fertili e dei luoghi ove ci si muove con minor fatica e più rapidamente.

Osoppo che ha le condizioni topografiche opportune per divenire un centro alpinistico, sta veramente per divenire tale: attendeva solo che qualcuno portasse la scintilla dell'entusiasmo per raggiungere qualunque cosa bella e nobile, per qualunque ascensione.

Come Presidente della Società Alpina Friulana me ne rallegro ed altresì mi rallegro che gli Alpinisti di Osoppo si siano organizzati sotto la bandiera, ormai vecchia e, mi si permetta di dirlo, anche gloriosa, della Società stessa.

La famiglia degli alpinisti Friulani va così allargandosi e rafforzandosi mercè la formazione dei nuclei locali, i quali, piccoli o grandi che siano, possano contribuire a mantener vivo l'ideale comune e nello stesso tempo a svolgere nel campo della loro attività un programma locale in armonia con quello generale della Società.

Osoppo merita veramente il nostro plauso e il nostro incoraggiamento, e una parola di vivo ringraziamento coloro alla cui iniziativa si deve la creazione della nuova Sezione e che, con opportuno intendimento hanno voluto che della sua inaugurazione rimanesse degno ricordo in questo opuscolo".

OLINTO MARINELLI



Questa la prefazione, dell'allora Presidente della S.A.F. Olinto Marinelli, che si può leggere nell' “opuscolo” edito il 4 novembre 1925 “A ricordo dell'inaugurazione della Sezione Osoppana della S.A.F.”, dal titolo “Storia e Alpinismo” stampato a Gemona dalla Tipografia G.Toso.

Nacque così la Sezione Osoppana della S.A.F., terza in ordine cronologico nel nostro Friuli, dopo Udine e Tolmezzo.

Va riconosciuto il merito ad Umberto Tinivella, il padre fondatore di quest'idea, di questa “forte campagna in pro dell'alpinismo friulano” che Tinivella stesso iniziò l'anno prima, nel 1924.

Umberto Tinivella si distinse per l'amor patrio e per l'amore verso l'Alpe e l'Alpinismo, fu Tenente Colonnello dell' 8° Alpini e cadde sul fronte Greco Albanese. Gli venne conferita la Medaglia d'Argento nel 1940, e la Medaglia d'Oro nel 1941 per il valore espresso sul fronte e per aver donato la propria vita alla Patria.

Fu l'artefice della nascita della Sezione Osoppana della S.A.F. e, successivamente collaborò intensamente per la costituzione della Sezione C.A.I. Gemona del Friuli nel 1927.

Nel 1942 venne edito il libro “Alpi e Alpinismo” a cura del fratello, Prof. Giovanni Tinivella, dal quale riporto un brano di Umberto Tinivella... “Quest'anno (1925, n.d.R.) è sorta la nostra sezione di Osoppo con ben 60 soci nuovi, che sapranno con tenacia, con carattere saldo e franco, continuare, rafforzare, aumentare le nuove glorie della S.A.F., rendendo ancor più rispettato e forte il C.A.I., ispirando coll'esempio gli altri paesi delle valli...”.

Con la nascita della Sezione C.A.I. di Gemona, vennero meno i presupposti per l'esistenza della Sezione Osoppana della S.A.F., ne scaturì lo spostamento dei Soci e delle attività alpinistiche in quel di Gemona, decretando di fatto la chiusura della giovane sezione osovana.

Ma dall'oblio del tempo, nel 1947, un gruppo di “giovani virgulti amanti dell'Alpe”, ridiedero vita ai vecchi fasti, all'amore per la Montagna, ed al piacere di vivere fra picchi, vette, valloni, cenge, nell'armonia della Natura e partecipando alle uscite nella più sana amicizia.... quello che ci voleva dopo le tragedie vissute durante la Seconda Guerra Mondiale...

C'era perciò voglia di socializzare, voglia di vivere... e ogni cosa che potesse permettere uno spiraglio di convivio, di unità, di “associazionismo”, era appannaggio di chi non voleva sentirsi solo. Fu così che a portare aiuti nella costruzione del Ricovero sul Cuarnan ed a partecipare alle uscite sciistiche, diede modo a due osoppani nel 1946, Domenico Fabris e Riccardo Venchiarutti, di conoscere Elio Pischiutti, e proprio sotto la spinta e l'invito di “Siôr Elio”, i due diedero inizio, nel 1947, alla rifondazione di un gruppo C.A.I. ad Osoppo, che da li a poco, il 25 aprile 1948, portò all'inaugurazione della Sottosezione C.A.I. Osoppo.

Partì con molto entusiasmo questa ennesima stagione di Alpinismo, nel paese adagiato sotto la Fortezza. Entusiasmo che portava a conoscere nuova gente, che portava a frequentare assieme, quelle due-tre gite annuali, entusiasmo che portò, negli anni '60 ad organizzare i primi corsi di sci in quel di Sappada. Nemmeno una frana oltre i Piani di Luzza, susseguita alle alluvioni del 1966, frenò i nostri intrepidi... tanto che “assoldarono” un certo Piller Hofer che accompagnò con la sua auto gli “skiatori” fino a Sappada, giunti fino ai Piani di Luzza con mezzi che non riuscivano a passare la strada dissestata. Aneddoti del tempo che fu e che spiegano la voglia di Montagna e di “gruppo”.

Le prime gite diventavano, come già detto, motivo di convivio e di sfogo... ideali per socializzare, al di la del calcio e delle rimostranze del parroco di allora, perché le gite domenicali in montagna, portavano via i fedeli dalla celebrazione delle santissime messe.

Ma l'attrazione per la Montagna era più forte, e nonostante la mancanza cronica di denaro, che obbligava anche a scelte spartane nel muoversi per andare in gita (dai primi carretti trainati da animali da soma, ai camion aperti forniti di panche instabili per le gite invernali), lo spirito portava ad esaltare i valori di aggregazione.

Questo spirito e questa voglia di conoscere nuovi luoghi e nuove persone, portò alla Sottosezione nuovi iscritti da Dogna, Pontebba, Chiusaforte, Moruzzo, di fatto allargando la cerchia delle conoscenze e delle idee, arrivando a creare gite con un numero incredibile di partecipanti, come ad esempio le 94 persone alla Croda del Becco o i 110 partecipanti alle Tofane.

Naturalmente questo spirito aggregativo cresceva, col crescere della Sezione e che, negli anni '70, vide nascere anche la Sottosezione di Buja.

Questo portò a riconsiderare e a rivedere i regolamenti all'interno della Sezione stessa e a rivedere i modi di approcciarsi alle gite.

Cambiava anche il modo di “vedere” la Montagna, e con la proposta delle “30 Cime dell'Amicizia”, anche l'Austria era più vicina, mentre l'allora Jugoslavia era ancora meno frequentabile per l'obbligo burocratico dei permessi o dei passaporti per potervi accedere.

Gli anni '70 furono una svolta; dalla possibilità di raggiungere mete mai viste, all'inizio della regolamentazione/burocratizzazione del C.A.I., dalle gite partendo da casa in bicicletta o motorino e dalla documentazione comunque redatta a mano... qualcosa stava cambiando; corriere, auto, macchine da scrivere.

Si iniziava perciò a “respirare” il primo benessere, dalle gite col camion alle gite “cu la coriere di Catel”.

Ma la cosa che cambiò radicalmente la vita sociale, fu il Terremoto del 1976.

Un colpo allo spirito che rischiava di disgregare anche il più forte dei valori: la socializzazione.

Ma per fortuna, nei primi anni dopo il Sisma, l'attività sociale andava di pari passo con la ricerca della compagnia e dello stare assieme... la convivialità era il modo migliore per sopperire al dramma, per riprendersi dallo strazio del post-terremoto.

Cambiavano i modi di fare, i modi di vivere, anche i modi di approcciarsi al C.A.I.. Crescevano nuovi soci giovani, nuove idee. A cavallo fra gli anni '80 e '90, le attività vennero gestite all'unisono, non più i tre distinte programmazioni (Gemona, Buja e Osoppo), ma una unica Sezionale, con attività complementari gestite dalle Sottosezioni. Così avvenne anche per Osoppo. Nella Sottosezione osovana nacquero i “corsi di presciistica e di mantenimento”, le “Serate di Maggio” incontri culturali con proiezioni sulla Montagna, avventura e cultura... le uscite di “Scopriamo Osoppo” imperniate sulla conoscenza e valorizzazione delle unicità e particolarità di Osoppo, e, fiore all'occhiello del C.A.I. Osoppo, il Sentiero Storico Naturalistico C.A.I. Osoppo n° 720 che abbraccia le realtà storico, naturalistiche, ambientali, geologiche del paese. Ogni anno si organizza un'uscita con le scuole medie di Osoppo e, ultimamente, si imposta una fattiva collaborazione con le Associazioni di Osoppo.

Una importante novità, a partire dalla seconda metà degli anni '90, è stata la presenza dei Reggenti delle Sottosezioni nei Consigli di Sezione a Gemona.

Ecco, cose importanti quest' ultime!... le Sottosezioni che gestiscono attività sul territorio e l'opportunità data a tutti i soci di poter essere nominati nel Consiglio Direttivo della Sezione. Questo ha portato alla nomina a Presidente anche ai soci delle Sottosezioni, e ora la presidenza è retta da un socio di Osoppo e la disponibilità dei nostri soci osoppani ha portato anche ad essere presenti come Segretario, Tesoriere, Revisore dei conti, Componenti delle varie Commissioni della Sezione e redattori de “Il Cuardin”.

Questo a dimostrazione delle ampie vedute e allargamento di idee che hanno portato al C.A.I. odierno, in un meraviglioso spirito di disponibilità e collaborazione da parte di tutti i soci della Sezione di Gemona intera.

Questi i primi “Novant'anni”...sicuramente le cose cambieranno ancora. Si sta arrivando ad un processo di specializzazione dei componenti del C.A.I., soprattutto fra le persone che si impegnano nell'accompagnare ed insegnare alla gente ed al socio come godere della Montagna... “Accompagnatori di Escursionismo”, “Accompagnatori di Alpinismo Giovanile”, “Istruttori di Alpinismo”, “Operatori Naturalistico-Culturale” e altre figure all'interno del C.A.I. si stanno formando per rendere la Montagna ancor più sicura e godibile, ma anche i “corsi per addetto alla motosega” o i convegni istituiti dalla Commissione Giulio Carnica Sentieri, Rifugi ed Opere Alpine, fanno si che il mondo del nostro sodalizio migliori per conoscenza, cultura e sicurezza. In tutto questo, importante sarà far crescere i nostri giovani e farli innamorare delle bellezze della Montagna, anche tramite le due realtà dell'Alpinismo Giovanile e della Scuele di Mont “Piussi-Ursella”.

Infine da ricordare i Reggenti che si sono susseguiti negli anni: Domenico Fabris, Adriano Venchiarutti, Gianni Calligaro, Antonio Christ, Marco Venturini, Daniele Bertossi e Gilberto Cargnelutti.

Un brindisi dunque ai prossimi compleanni della Sottosezione C.A.I. di Osoppo, ma partendo da “Nuovi Giovani Virgulti” e dall'amore per la Montagna e la Natura.

 

 


C.A.I. - Club Alpino Italiano


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